Gli italiani in ansia attendono la decisione del Presidente della Repubblica Mattarella, che certo deciderà presto se fare un nuovo Governo di Unità Nazionale (con Draghi?)


  — Intanto, Conte e 6 ministri dell’Esecutivo dovranno rispondere, nei tantissimi Tribunali italiani, di reati gravissimi perché denunciati da migliaia e miglia di cittadini  —

  — Agenzia di Stampa Agim —

— A cura di Giuseppe Stella ed Emilio Oliviero Scali —

Non solo Conte, anche 6 ministri dell’Esecutivo dovranno rispondere, nei tantissimi Tribunali italiani, di reati gravissimi perché denunciati da migliaia e migliaia di cittadini di tutto il Paese. 

L’ avviso di garanzia al Premier è esteso dunque anche a loro per gestione illegittima (anomala anche dal lato socio-politico e per le restrizioni delle libertà individuali) della pandemia in ogni senso. Il reato più grave di cui tutti sono accusati è quello di attentato alla Costituzione…

Giuseppe Conte e altri sei ministri risultano ancora indagati dall’anno scorso appena finito 2020 per la gestione dell’emergenza coronavirus. Col Premier, colpiti dagli avvisi di garanzia, ci sono anche i Ministri: Bonafede, Di Maio, Gualtieri, Guerini, Lamorgese e Speranza. E’ la Procura di Roma che indaga.

Le denunce si riferiscono alla gestione dell’emergenza Covid e sono state trasmesse al Collegio come “atto dovuto”.

Ma le accuse sono consistenti, non  certamente campate in aria e noti uffici legali vari tutelano i denuncianti. Del resto, tutto il Paese è coinvolto in tale situazione che non si era mai vista prima d’ora. Insomma, è tutto il Governo, in pratica, che dovrà rispondere ad accuse e comportamenti per lo meno illegittimi e del tutto anomali.

 

Una nota della stessa Presidenza del Consiglio ha ammesso (a suo tempo) i diversi reati attribuiti al Premier e ai nomati ministri: gli avvocati dei denuncianti si appellano alla violazione degli articoli del codice penale e riguardano il concorso (articolo 110), epidemia (articolo 438), delitti colposi contro la salute pubblica (articolo 452) e omicidio colposo (articolo 589), abuso d’ufficio (articolo 323), attentato contro la costituzione dello Stato (articolo 283), attentati contro i diritti politici del cittadino (articolo 294). Questi ultimi i più rilevanti…

«Ci siamo sempre assunti la responsabilità, in primis »  – e politica – «delle decisioni adottate, così si difendono Premier e ministri imputati, che però hanno omesso di aggiungere che proprio al Senato il leader della Lega, Salvini, è stato mandato a processo per volontà dell’attuale maggioranza ancora, si spera, per poco.

Insomma, volevano la guerra (come sono soliti fare) e volevano eliminare Salvini (capo dell’opposizione) dalla scena politica per mezzo della Giustizia per strumentalizzarla e per piegarla a dovere ai loro desiderata politici e giustizialisti ma, si sa, chi “semina vento raccoglie tempesta” e la risposta è subito arrivata: una cosa che non si sa ancora come finirà e che probabilmente potrebbe arrivare anche nelle sale dei Tribunali di giustizia internazionale, visto che in Italia il Paese è diventato del tutto inaffidabile.

Conte è stato, lo è ancora, anche indagato per peculato per la scorta utilizzata dalla sua compagna Olivia Paladino.

La Procura di Roma ha trasmesso il fascicolo al Tribunale dei ministri per le relative ulteriori indagini. La denuncia ha avuto origine dall’esposto presentato da Roberta Angelilli, Fratelli d’Italia, sull’uso della scorta da parte, come detto, della compagna del presidente del Consiglio.

Il fascicolo acquisito dal Tribunale dei ministri dovrà svolgere ulteriori approfondimenti e valutare l’ipotesi di reato. La vicenda risale al 26 ottobre 2020, quando la compagna di Conte, Olivia Paladino, era sotto casa ed è stata intercettata da un giornalista de’ “Le Iene”: lei, per sfuggire alle domande, si sarebbe prima rifugiata in un supermercato e poi sarebbero intervenuti alcuni agenti della scorta del presidente del Consiglio.

Gli interessati ovviamente negano ogni cosa.

Il giornalista è stato poi sentito dai magistrati inquirenti e ha fornito la sua testimonianza.

Anche qui si è deciso di iscrivere Conte nel registro degli indagati e di inviare il fascicolo al solito Tribunale dei ministri competenze.

Il Viminale aveva precisato, attraverso una nota, che gli uomini erano in servizio “di osservazione e controllo al di sotto dell’abitazione della compagna del premier” in quanto lo stesso Conte era in casa e stava per uscire e lasciare l’abitazione.

Ovviamente anche il Viminale smentisce e ribalta le accuse, come lo Stesso Conte, asserendo che la fidanzata non sarebbe entrata nell’auto del Premier.

Angelilli spiega che l’esposto-denuncia lo ha presentato sulla base di ciò che è capitato ai giornalisti delle “Iene”.

In ogni caso il Premier dovrà chiarire la sua posizione nei minimi dettagli, visto che apparteneva ad un movimento che a parole diceva di combattere abusi e gli sprechi e invece ora è carico di prodigalità nel regalare denaro a pioggia a danno degli italiani contribuenti.

ALTRA DENUNCIA. Il Premier Conte indagato per abuso d’ufficio e violenza privata. Il fascicolo passa da Trento ove è stata presentata la denuncia a Roma.

Il 2 maggio scorso un 66 enne residente a Calceranica si era presentato alla stazione dei carabinieri di Caldonazzo per depositare una denuncia nei confronti del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte.

La querela è stata preparata dall’avvocato Edoardo Polacco del Foro di I Dpcm di Conte avrebbero limitato le libertà garantite dalla Costituzione e, in particolare, la libertà di spostamento, la libertà di riunione e la libertà di esercizio del culto religioso. Cose che con i successivi Dpcm sono state sempre reiterate.

Il Presidente  è stato  formalmente indagato per attentato alla Costituzione (articolo 283 del codice penale), abuso d’ufficio (art. 323) e violenza privata (art. 610). Il premier è stato denunciato non solo da alcuni ma da migliaia di persone in tutta Italia, per questo l’eventuale decisione dei giudici potrebbe avere reazioni a catena importanti riguardo alla vicenda.

Non è normale, dicono i denuncianti, prevedere sanzioni amministrative per chi non rispetta le norme come avrebbe fatto il Premier e tutto il Governo.

La Procura, dopo aver indagato Conte, ha chiesto l’archiviazione perché, secondo il Pm, i fatti “non costituiscono reato”. Il denunciante di Calceranica e il suo avvocato però hanno opposto la decisione. La data dell’eventuale rinvio a giudizio o archiviazione era stata fissata per martedì 17 novembre 2020 ma Conte non si presentò a Trento davanti al Giudice Claudia Miori.

Ma Giuseppe Conte, martedì non farà il suo ingresso al Palazzo di Giustizia di Trento dove il Gip doveva decidere sulla sua sorte. (la giustificazione? (Il lockdown). Quel Gip poi ha deciso per il passaggio del fascicolo da Trento a Roma per competenza territoriale.

 Per concludere quella nuova udienza che verrà fissata chissà quando potrebbe essere la prima di tante altre visto che da tutta Italia sono piovute in ogni Procura: migliaia e migliaia di denunce contro la scriteriata gestione governativa della pandemia.

 

 

 

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